Onde d’urto

La terapia con onde d’urto extracorporee (ESWT) è una tecnologia sviluppata negli anni ’70 in campo urologico. All’inizio degli anni ’90 è stata poi introdotta in ortopedia e medicina sportiva.
Le onde d’urto focali sono onde acustiche ad alta energia, prodotte da specifici generatori (sistemi di tipo elettromagnetico, elettroidraulico e piezoelettrico), veicolate attraverso un sistema di trasmissione all’interno del corpo del paziente e focalizzate con precisione sull’obiettivo da trattare. Esse si differenziano dagli ultrasuoni tradizionali per il loro andamento ad impulsi e per il raggiungimento di gradienti pressori molto più elevati (10-100 mega Pascal in tempo brevissimo). Le onde sonore convergono in un punto centrale detto fuoco in cui si determina la massima energia pressoria (obiettivo terapeutico). Tra le sorgenti ed il fuoco viene posta un’interfaccia (acqua o gel), che ha la funzione di trasmissione delle onde d’urto e di regolazione della profondità di penetrazione. La penetranza delle onde d’urto è variabile in media da 0 a 60 millimetri.

Negli anni 2000 sono state introdotte anche le onde d’urto radiali, le quali vengono generate balisticamente da un proiettile lanciato contro una membrana elastica, trasformando l’energia cinetica in impulsi pressori. Questi impulsi diffondono in seno ai tessuti in modo radiale (e cioè divergente a differenza delle focali che sono convergenti). Le onde radiali sviluppano densità energetiche medio-basse, le focali anche medio-alte. I lavori scientifici evidenziano, tuttavia, un efficacia sovrapponibile per entrambe le tipologie di onde d’urto (focali e radiali) in molte patologie.

I meccanismi d’azione delle onde d’urto sono in gran parte di tipo meccanico. Si distinguono meccanismi diretti ed indiretti. Quelli diretti sono dovuti essenzialmente al picco pressorio positivo dell’onda sonora. Essi si verificano esclusivamente all’interfaccia tra i tessuti che possiedono un’impedenza diversa come, ad esempio, i tessuti molli ed i tessuti mineralizzati. I meccanismi indiretti sono imputabili soprattutto al fenomeno della cavitazione, cioè alla formazione di bolle gassose in seno ai tessuti, le quali, sottoposte ai fasci ultrasonori, si rompono in rapida successione con un meccanismo detto di “implosione”. Studi più recenti  hanno evidenziato anche un meccanismo biochimico, caratterizzato dalla produzione di radicali liberi (nitrossido di Azoto) ad azione citolitica, vasodilatante e neoangiogenetica.

Gli effetti biologici sono molteplici:

  • Disgregazione delle strutture cristalline patologiche,
  • Azione osteoinduttiva,
  • Azione iperemizzante,
  • Azione neoangiogenetica,
  • Effetto antiflogistico ed analgesico.

I parametri di trattamento sono densità d’energia (bassa, media ed elevata), numero di colpi per seduta, frequenza di emissione (1-8 Hz), modalità di puntamento (ecografico, a raggi X).

Le indicazioni terapeutiche principali delle onde d’urto sono:

  • Pseudoartrosi (solo focali)
  • Tendinopatie inserzionali calcifiche
  • Tendinopatie inserzionali non calcifiche
  • Dolori miofasciali
  • Fibrosi cicatriziali
  • Miositi ossificanti
  • Induratio Penis Plastica

Le controindicazioni alla terapia con onde d’urto sono: presenza di pace maker, vicinanza di strutture sensibili agli ultrasuoni come l’encefalo, il midollo spinale, le gonadi, le cartilagini di accrescimento; stati fisici potenzialmente rischiosi come gravidanza, infezioni, neoplasie, coagulopatie, tromboflebiti; assunzione di terapia corticosteroidea od anticoagulante.

Gli effetti collaterali, poco frequenti, sono ematomi, petecchie ed esacerbazione del dolore.

Le onde d’urto radiali sono presenti presso l’ambulatorio Medica plus Modena, dove visita il Dr. Valent.

Bibliografia

  • Zati A, Valent A: Terapia Fisica. Nuove Tecnologie in Medicina Riabilitativa. Minerva Medica, 2006.