Neurostimolazione Interattiva (NSI)

La Neurostimolazione Interattiva (NSI) è un particolare tipo di elettroanalgesia sviluppata in Russia negli anni ’80 e ripresa negli Stati Uniti alla fine degli anni ‘90. Il razionale di questa tecnologia nasce dal tentativo di superare i limiti delle altre metodiche di elettroanalgesia, specie quello della variabilità dell’impedenza cutanea individuale, mediante un segnale in grado di “adattarsi” al corpo umano ed interagire con esso attraverso un sofisticato meccanismo di feedback. Il segnale tipico degli strumenti di NSI è caratterizzato da un’onda bifasica sinusoidale smorzata. Le frequenze di impulso e dell’onda sono variabili nel tempo in base ai valori di impedenza elettrica cutanea rilevati. I dispositivi di NSI presentano una duplice modalità di utilizzo che li differenzia nettamente dalle altre forme di elettroanalgesia: una fase diagnostica ed una fase terapeutica. Nella fase diagnostica lo strumento è in grado di rilevare, attraverso valori numerici, l’impedenza cutanea (o resistenza elettrica cutanea) e segnalare all’operatore le aree a bassa impedenza, espressione di processi patologici sottostanti. Nella fase terapeutica il dispositivo, opportunamente posizionato sopra le aree a bassa impedenza, invia una serie di impulsi elettrici di compensazione; mano a mano che l’organismo risponde alla stimolazione, gli impulsi si modificano (in voltaggio, frequenza e smorzamento del picco) e si regolano automaticamente. Questo ciclo di rilevazione e trattamento prosegue fino a che non viene ripristinata la normale impedenza cutanea. In questo modo, in maniera interattiva, lo strumento informa l’operatore sia sulle zone da trattare, sia quando il trattamento può ritenersi concluso. La NSI è molto diffusa in ambito sportivo. In letteratura, attualmente, sono disponibili lavori sul trattamento del dolore mio fasciale (Schabrun SM, 2012), della gonartrosi (Zeng C 2015), del dolore dopo artroprotesi di ginocchio (Nigam AK, 2011) ed osteosintesi per fratture (Gorodetskyi IG, 2007 e 2010).

EFFETTI BIOLOGICI – Gli effetti biologici della neurostimolazione interattiva sono possibili grazie al fatto che lo specifico segnale è in grado agire a molti livelli sul dolore. Innanzitutto la NSI eccita sia le fibre nervose afferenti di piccolo diametro Aδ (mieliniche) che C (amieliniche); inoltre, stimola anche il rilascio di oppioidi endogeni (endorfine, encefaline, dinorfine). I NSI paiono in grado favorire anche la produzione di neuropeptidi (NPs) che hanno un ruolo importante anche nella regolazione del dolore centrale. Tali effetti sono mediati dall’attivazione del sistema nervoso autonomo, attraverso i NPs. L’azione analgesica (Biggs N 2012, Nigam AK 2011) si manifesta non solo a livello centrale ma anche a livello locale e segmentale (cioè in sede del metamero spinale corrispondente). In sintesi i principali effetti biologici dei dispositivi di NSI sono:

  • Effetto analgesico attraverso i meccanismi del Gate Control, produzione di oppioidi endogeni e mediazione del dolore a livello del SNC
  • Effetto decontratturante sulla muscolatura.
  • Effetto antinfiammatorio ed antiedema, attraverso la regolazione del microcircolo e la stimolazione del circolo linfatico

MODALITA’ DI TRATTAMENTO – Gli elettrodi per la Neurostimolazione interattiva si applicano alla cute senza interposizione di gel. Possono essere di forme e dimensioni differenti per adattarsi al meglio alla superficie corporea da trattare; gli elettrodi sono inglobati in piastre flessibili applicate sulla cute o inseriti in manipoli che vengono mobilizzati manualmente sull’area da trattare o posizionati staticamente sui punti a bassa impedenza. Sono consigliate sedute a cadenza giornaliera, ciascuna della durata di 15-20 minuti. La seduta terapeutica si compone di due fasi.

INDICAZIONI TERAPEUTICHE DELLE CORRENTI ANALGESICHE – Tutte le correnti analgesiche sono indicate nel trattamento sintomatico del dolore neuropatico, soprattutto periferico. Le correnti analgesiche sono particolarmente efficaci nelle neuropatie primitive o secondarie; nella gestione del dolore che accompagna tutti i processi flogistici. Anche il dolore neoplastico è sensibile all’uso di correnti analgesiche, specie la TENS, sia pure con gli opportuni programmi. Per quanto riguarda la neurostimolazione interattiva, essa si presta particolarmente al trattamento dei traumi acuti con edemi e versamenti, del dolore post-chirurgico e delle radicolopatie.